L’utilizzo delle camere bianche per materiali compositi è cominciato approssimativamente a seguito dell’invenzione delle prime, le quali nate per esigenze relative all’industria elettronica hanno saputo ispirare anche delle applicazioni secondarie, quali appunto per la complessa produzione di questi materiali. Il progresso tecnologico degli ultimi decenni ha infatti richiesto dei prodotti sempre più performanti, e che in particolare possiedano determinate proprietà meccaniche unitamente a una notevole leggerezza (si pensi in tal senso alle applicazioni in campo nautico, aeronautico, militare e automobilistico); ma questi non possono essere ricavati se non con la commistione di due o più materiali, che prendono i nomi di matrice quello dominante e di rinforzo (o carica) quello presente in minore quantità, e che una volta trovato il giusto equilibrio formano un nuovo elemento beneficiante delle loro proprietà predilette. Questo processo, però, ha come requisito fondamentale degli standard qualitativi di produzione davvero elevati, e alcuni di questi possono essere soddisfatti solo con l’utilizzo di una camera bianca, che permette il migliore controllo dei contaminanti. Di seguito approfondiamo dunque questo aspetto.
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Camere bianche per materiali compositi: fasi di laminazione
L’apporto delle camere bianche per la realizzazione dei materiali compositi avviene nello specifico per le operazioni di laminazione. Queste hanno dei dei parametri e dei requisiti di igiene molto restrittivi che solo in una cleanroom possono venire soddisfatti, a partire dalla condizione di temperatura tra i 18°C e i 27°C, e un’umidità del 55%. E le camere bianche aiutano a mantenere le condizioni massimali di pulizia richieste, grazie alla loro chiusura ermetica e al loro costante ricambio di aria; la produzione dei compositi prevede infatti la totale assenza di diversi fattori inquinanti: le particelle che potrebbero pregiudicare l’imballaggio o la polimerizzazione; i prodotti derivanti da motori a combustione interna; equipaggiamenti rilascianti olio, grassi e lubrificanti; attività quali bere, mangiare e fumare; varie ed eventuali sostanze che possano compromettere l’adesione dei preimpregnanti; infine, la contaminazione delle parti non ancora polimerizzate dopo le 24 ore vanno protette con film di polietilene o nylon, e i pavimenti devono essere sottoposti a una pulizia quotidiana con scarico dell’aria verso l’esterno. E le camere bianche, oltre a purificare costantemente l’aria, coadiuvano i requisiti produttivi dei materiali compositi eliminando le contaminazioni veicolate all’interno e all’esterno della struttura dai carrelli e dal personale addetto, grazie all’azione delle docce d’aria.
Camere bianche per materiali compositi: i servizi di Phamm Engineering
Phamm Engineering si dedica alla realizzazione di camere bianche di alta qualità per soddisfare numerose esigenze produttive, quali anche quelle relative a materiali compositi. Oltre alla nostra elevata competenza, ci distinguiamo per offrire in particolare un servizio chiavi in mano per il vostro impianto, che parte dalla progettazione di un ambiente completo di accessori funzionali alla manutenzione e assistenza post vendita.
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